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Inaugurata a Cavalese “L’immagine terrestre” mostra di Anneliese Pichler e Annamaria Gelmi

Anneliese PichlerAl Centro d’Arte contemporanea di Cavalese, ha aperto i battenti la particolare e bellissima mostra che vede esposte le opere della scultrice Gelmi e della pittrice Pichler. E’ proprio con lei, amica di Bien Vivre Hotels, che ci soffermiamo a scambiare qualche parola per i nostri lettori
Anneliese, Cavalesana classe 1962, quasi in maniera inconsapevole, ci dice, durante l’esame di materia artistica in terza media, ha deciso di fare dell’arte la sua professione. Dopo il Liceo Artistico a Milano si sposta dapprima in Austria (Accademia Estiva Internazionale di Salisburgo) passando per Verteneglio in Istria e tornando poi in Stiria (Austria). L’Austria di fatto è il luogo dove ho incontrato il mio maestro – ci racconta – il quale mi propose di fare quel salto di qualità al quale non ero però pronta. Sono trascorsi 18 anni tra nebbie e domande e nel 2000, a seguito di una nuova proposta del mio maestro, ho capito che questa era la mia vera strada: l’arte.

Anneliese, nelle tue opere ci sono soggetti, forme e colori sempre diversi. Come nasce un’opera dell’artista Pichler?
“Se dovessi catalogare le mie opere non saprei davvero farlo. La pittura che faccio viene dall’interno… Immagazzino tutto ciò che vedo, faccio, percepisco e ad un certo punto sento che è ora di fare, di esprimere ciò che ho dentro. Lascio sempre che l’istinto mi guidi e molto spesso è una sorpresa anche per me. In definitiva ho bisogno di un seme che mi dica qualcosa, da li poi parto”.
Possiamo comunque definire un tuo stile?
“No, non direi … io ho bisogno della varietà!”

Qual è il tuo colore preferito?
Anneliese ci pensa, sorride e ci confessa che questa domanda merita una risposta d’istinto, ma ad ogni modo il colore delle terre – ci dice – è quello che preferisco.

Nella mostra abbiamo notato il tuo autoritratto. Raccontaci di più.
“Se devo essere sincera, sono molto critica e lo guardo sempre con poca convinzione. Devo dire però che lo tengo come una cosa rara e spesso lo dimentico, come faccio con molte delle mie opere”. Perché? “Semplicemente perché voglio rivederle dopo un po’ di tempo e se scatta in me quella indescrivibile scintilla, allora vuol dire che ho fatto un lavoro dove mi riconosco”.

I tuoi progetti futuri?
“Andare avanti col mio lavoro di artista”. Lavoro o Hobby? Provochiamo noi “Questo è ciò che mi fa vivere e quindi è il mio lavoro”
Se il tuo lavoro è il tuo hobby, qual è il tuo vero hobby?
“Difficile da dirsi, amo molto la lettura ma anche questo è sempre un punto di partenza per le mie opere” – e i viaggi? Chiediamo noi – “Non amo molto viaggiare, lo spostarmi mi crea disagio, ansia… e poi il mio viaggiare sono le mie opere. Molto spesso infatti, dal solo viaggio della mia amica Piera, per esempio, prendo spunto per dipingere luoghi lontani dove non sono mai nemmeno stata. Questo è il viaggio più bello!”

Prima di salutarci, toglici una curiosità: nella dedica che mi hai scritto sul libro della mostra, hai inserito la data e questa l’hai “sporcata” con l’inchiostro…
“E’ una domanda che mi fanno in molti – ci interrompe Anneliese sorridendo – in effetti è un collegamento con la pittura. Devo in qualche modo sporcare, perché ognuno di noi, quando scrive su un foglio bianco, ha paura di sbagliare, di doverlo rifare, di doverlo buttare… per me non è così. Buttare un foglio bianco è come buttare un giorno e quindi preferisco sporcarlo, pastrocchiarlo, segnarlo ma salvarlo!

Grazie Anneliese e in bocca al lupo per la tua mostra che invitiamo tutti i nostri ospiti a visitare fino a Pasqua!

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